TINY HOUSE, OVVERO DELL’ARTE DI ABITARE MINIMAL

Vivere in case piccolissime, smart e sostenibili: trend passeggero o nuovo stile di vita? Ai posteri l’ardua sentenza, nel frattempo esploriamo due interessanti soluzioni di micro case made in Italy.

La casetta piccolina in Canadà non ce la siamo mai dimenticata. Quell’idea di nido confortevole tutto nostro senza grandi clamori fa leva sul nostro immaginario più antico. E si dimostra assolutamente in linea con una tendenza attuale che vede crescere l’interesse per le piccole case prefabbricate, confortevoli e smart, le cosiddette tiny house.

Queste micro case rappresentano un’evoluzione figlia del nostro tempo, che fonde più trend consolidati. Primo fra tutti, la crescente consapevolezza ambientale, che spinge la domanda verso opzioni abitative eco-compatibili. Le mini-case si allineano ai principi di sostenibilità, offrendo riduzioni nei consumi energetici e nell’impronta di carbonio. Al sentire ambientalista si aggancia il bisogno di uno stile di vita più semplice ed essenziale, una formula che le abitazioni compatte incoraggiano promuovendo una vita più organizzata e con consumi consapevoli. Parallelamente, è presente un forte desiderio di personalizzazione: cerchiamo spazi abitativi unici, che le tiny house offrono grazie a progetti agili facilmente customizzabili. Ad arricchire questo aspetto confluiscono la portabilità e l’integrazione della tecnologia smart, elementi che aiutano a migliorare il comfort pratico e percepito.

A partire dal 2021 si è così registrato un aumento nella domanda di piccole costruzioni prefabbricate, ecosostenibili e realizzate con materiali naturali (il legno su tutti) capaci di garantire un’elevata efficienza energetica. Soluzioni che, rispetto alle case tradizionali, hanno costi e tempi di produzione inferiori. E dove una rinnovata attenzione alla gestione dello spazio – le tiny house non superano i 40 mq – garantisce la disposizione ottimizzata di tutti gli ambienti domestici. Possono essere fisse, installate in situ grazie ai prodigi dell’edilizia off-site, oppure mobili, dotate di ruote, o ancora galleggianti. All’estero, in particolare negli Usa, sono già diffuse. In Italia, si cominciano a vedere i primi pionieri. Raccontiamo qui due progetti, dalle storie molto diverse, che possono considerarsi ottimi esempi di questa nuova tendenza dell’abitare che comincia a farsi strada anche in Italia.

Monocabin by Mandalaki

Mandalaki è uno studio di progettazione, nato nel 2012 con base a Milano, che attraverso i suoi lavori vuole esplorare l’intersezione tra arte, design e tecnologia, con l’intento di creare pezzi unici di qualità, tanto progettuale quanto valoriale.

Il concept delle Monocabin si inserisce in questa visione etica del design: si tratta di una casa modulare in miniatura il cui primo prototipo (2018) ha portato oggi allo sviluppo di tre diverse dimensioni di casa prefabbricata smart, funzionale ed ecologica, posizionabile ovunque. La realizzazione richiede soltanto tre mesi, a fronte di una durata garantita di 30 anni. La sostenibilità è fra i criteri guida del progetto. Dalle pareti composte da una bio-miscela in canapa e calce, alle finiture personalizzabili e agli accessori riciclabili, dalle luci led ai pannelli solari, ogni dettaglio è stato pensato per unire la massima efficienza energetica a un’estetica elegante e minimalista. Gli ingombri sono studiati per essere il più possibile contenuti, così da agevolare il trasporto e abbattere l’impatto di CO2 nell’ambiente.

Per fornire le Monocabin complete di arredo sono state avviate  collaborazioni specifiche. Per il letto sono stati scelti i materassi Cocomat in alghe rigenerate, la cucina è una versione custom di Valcucine, Abet laminati è stato coinvolto per alcuni rivestimenti. Halo Edition by Mandalaki illumina gli ambienti interni ed esterni, alcuni complementi d’arredo Zieta arricchiscono la casa insieme ai mobili artigianali di Daniele Bolgan.

Il primo prototipo è stato collocato a Rodi. Qui a fine 2023 è stata installata anche L, una seconda unità più grande. Sempre a fine anno scorso un modello standard nella misura più piccola (M) è stato portato a Padova. Il nuovo modello XL5 – che nasce dalla combinazione di due modelli L e uno M – è ora in fase di costruzione nel deserto californiano. Quell’ideale di lusso democratico sostenibile e portabile, auspicato da Mandalaki, sta prendendo sempre più forma.

aVOID di Leonardo Di Chiara

Piccola, sostenibile e mobile: la tiny house aVOID è stata progettata da Leonardo Di Chiara nel rispetto delle misure imposte dal codice della strada, è pertanto trainabile da un’automobile senza bisogno di autorizzazioni particolari (ma non è una roulotte!). Una scelta precisa per andare incontro a un’esigenza del designer altrettanto chiara:

Volevo toccare con mano luoghi e culture differenti. Viaggiare non come un turista ma piuttosto come un vero e proprio cittadino del mondo. Questo è quello che avevo in mente quando ho deciso di costruire la mia casa su ruote con cui ho vissuto e mi sposto tra diverse città europee alla ricerca di esperienze lavorative e personali.

L’interno della casa, di 9 metri quadri, si presenta come una singola stanza grigia sviluppata in lunghezza e priva di qualsiasi arredo. Attraverso l’apertura di specifici dispositivi a parete, lo spazio si trasforma, arricchendosi di tutte le più comuni funzioni di un’abitazione e rivelando il colore del legno okumè. Il letto reclinabile, singolo o doppio al bisogno, è utilizzato anche come divano in combinazione con due pouf su ruote. Abbinato al tavolo pieghevole, che è stato integrato all’interno della parete, funge da panca per ospitare fino a 6 persone. Infine, una scala retrattile permette l’accesso alla terrazza. I dispositivi interni sono attivati da meccanismi a cerniera grazie ai quali, con pochi gesti, la camera da letto diventa soggiorno, il bagno si trasforma in uno studiolo e la cucina in un piano da lavoro.

Esternamente la casa si compone di una struttura a telaio in legno assemblata e ancorata a un rimorchio in acciaio dotato di quattro ruote. L’involucro, con isolamento in fibra di legno e ricoperto di lamiera metallica, garantisce elevate prestazioni termiche. L’ampia porta finestra, oltre a permettere l’apertura totale dello spazio abitativo verso l’esterno, garantisce un considerevole apporto solare se esposta a sud, aspetto che consente di raggiugere l’autosufficienza energetica anche durante la stagione fredda. La piccola casa è dotata inoltre di pannelli fotovoltaici con batteria d’accumulo, un impianto di ventilazione meccanica controllata, riscaldamento a pannelli infrarossi ed elettrodomestici a basso consumo energetico.

La costruzione di aVOID e l’attività di testliving svolta da Leonardo Di Chiara all’interno del prototipo hanno come obiettivo la sperimentazione sul campo della tipologia mobile tiny house. L’intero progetto è infatti il risultato della ricerca svolta dall’architetto come membro della Tinyhouse University di Berlino, un collettivo che riunisce designer, costruttori e sociologi attorno al tema delle micro case intese come risposta alle emergenze abitative delle grandi città europee. Una proposta per uno stile di vita po’ nomade, un po’ stanziale, ma sempre confortevole.

Tiny house, ovvero dell’arte di abitare minimal: foto e immagini

 

Leggi anche Tiny House: cosa sono le minicase più famose al mondo

Potrebbe interessarti IKEA Tiny House: la minicasa per vivere low cost

2024-02-19T10:43:38Z dg43tfdfdgfd